Sono attratto dall’imperfezione estetica e dagli elementi di rottura che il mondo non rivela ai miei occhi: sono ossessionato dalle contraddizioni dell’animo umano. Credo che fotografare significhi esplicare l’invisibile nel visibile; l’interpretare senza duplicare, ma soprattutto riferire riguardo alla condizione umana: agevolare il lavoro agli storici che dovranno ricostruire il ritratto generazione del nostro tempo. Ho pubblicato due libri: Paranoid (2015) e RECycle: fotografia ecosostenibile (2020). Nel primo ho trattato i conflitti tra etica ed estetica in fotografia attraverso la realizzazione di circa quaranta Polaroid. Nel secondo, invece, redatto durante il primo lockdown, ho trattato dell’archivio fotografico fisico come fonte di creazione di nuove opere: ho sovrapposto le foto inutilizzate presenti nel mio archivio per dar vita a nuove immagini, di fatto riciclandole.
Mi affascina il legame tra cinema-fotografia-musica, ovvero il fil rouge che unisce il linguaggio attraverso il messaggio. Contaminazione è innovazione.
